Nella Teogonia di Esiodo sono elencate le divinità mostruose che hanno popolato e rese mitiche le avventure degli eroi dell'età del bronzo, quelli che i cantori per molti secoli hanno tramandato oralmente. Tra queste le creature più mostruose sono forse quelle che Echidna, un essere con testa e corpo di donna ma che al posto delle gambe aveva un corpo di serpente, generò dalla sua unione con Tifone, mostro primigenio che sul corpo di uomo aveva teste di drago che vomitavano fuoco ed era colui che scuoteva la terra con i terremoti e faceva eruttare i vulcani. Essi generarono Cerbero, l'idra di Lerna, Chimera e Ortro il cane a due teste al servizio di Gerione.
La sfinge di Naxos, dal tempio di Apollo a Delphi 560 a.C.- Museo Archeologico di Delphi GR
Esiodo nella Teogonia racconta che Echidna si sarebbe unita poi al figlio Ortro generando così il leone Nemeo e la Sfinge:
… (la) divina Echìdna dal cuore violento,
metà fanciulla dagli occhi splendenti e dalle belle guance
ma metà prodigioso serpente terribile e grande,
astuto, crudele, della divina terra sotto i recessi;
… Tifòne, raccontano, si unì in amore,
terribile iniquo e violento,
a lei fanciulla dagli occhi splendenti,
e lei concepì e partorì figli dal cuore violento:
Orto, Cerbero, Idra, Chimèra
Essa ancora Sfinge nefasta partorì, dei Cadmei la rovina,
giacendo con Orto e il leone Nemèo,
nutrito da Era, la nobile sposa di Zeus …
secondo il pseudo-Apollodoro invece:
… la Sfinge, era nata dalla madre Echidna e dal padre Tifone, ed aveva volto di donna, ma petto e parte inferiore del corpo e coda di leone e ali di uccello.
Ambedue le versioni del mito confermano la stretta connessione del mostro con la città di Tebe dove nei tempi arcaici la Sfinge era una delle possibili mutazioni della Dea Luna che nella prima parte dell'anno era rappresentata dal leone e poi, nella seconda parte dell'anno, dal serpente. A questa dea rendeva gli onori il re di Tebe che poi ne sposava la sacerdotessa facendone la sua regina. In considerazione di queste notizie sul culto arcaico alcuni studiosi hanno proposto una rilettura del mito di Edipo che sarebbe stato un conquistatore di Tebe nel XIII secolo a.C. il quale, presa la città, avrebbe ucciso il re e la sua regina sacerdotessa della Dea Luna di cui vietò il culto e, per cancellarne ogni riferimento, riformò il calendario.
I micenei che conquistarono Thebai, nome arcaico della polis posta al confine tra Beozia e Attica, che dal Monte Citerone su cui era costruita controllava i movimenti di uomini e merci dovettero ascoltare da coloro che avevano sottomesso i tanti racconti su Φίξ (Sphix), nome con cui anche secoli dopo il mostro venne conosciuto da Esiodo.
Pisandro, nello scolio alle Fenicie di Euripide, riporta alcuni elementi provenienti da fonti dell'epos tebano che sembrano appartenere all'età arcaica e certamente anteriori alle citazioni di Omero nell'Iliade e nell'Odissea; Pisandro racconta che
per l’ira di Era ai Tebani fu mandata la Sfinge dalle estreme regioni dell’Etiopia, poiché quelli [i Tebani] non punirono Laio che commise empietà per l’amore contro natura che nutriva per Crisippo, che egli rapí da Pisa.
Due sono gli elementi che sono in evidenza; il primo è il luogo d'origine della Sfinge, l'Etiopia una terra con stretti legami con l'Egitto dove il mostro arrivò ad avere il volto stesso dei faraoni; il secondo è il motivo che richiedeva una punizione: l'atto empio di Laio il primo episodio di pederastia.
La Sfinge greca deve la sua fama immortale alla leggenda conosciuta come “Enigma della Sfinge” che ne incastona la vicenda collegandola alla saga dei Labdacidi, la stirpe regnante su Tebe, a partire dalla storia di Laio e di Crisippo figlio naturale di Pelope.e della ninfa Astioche. Crisippo venne cresciuto dal padre insieme ai figli avuti da Ippodamia e non solo era molto amato dal padre ma era anche bello e questi tratti sono il motivo della triste fine del giovane. La versione più nota segue la trama del Crisippo di Euripide nella quale il bellissimo giovane venne rapito da Laio che ne fece il suo amante, lo rapì e lo portò nella sua reggia di Tebe dove dopo aver passato una notte nel letto di Laio si uccise per la vergogna. Pelope fu sconvolto dalla perdita del figlio e maledì Laio: non sarebbe riuscito ad avere figli e se fosse accaduto lui sarebbe stata ucciso proprio dal figlio. Quella fu la maledizione che avrebbe decimato la dinastia di Laio sino alla sua estinzione.
Sfinge proveniente dall'Attica VI secolo a.C. - Metropolitan Museum New York City USA
Dopo la morte di Crisippo era stata Hera ad incaricare la Sfinge di presidiare la strada d'accesso a Tebe e poiché la città si era macchiata della colpa di non aver punito Laio per la sua empia passione per il giovane Crisippo, aveva la missione di punire i tebani nel moto più terribile.
La mostruosa figlia di Echidna andò a vivere in una grotta posta sulla strada che conduceva a Tebe e dall'alto di un masso proponeva ad ogni cittadino di Tebe che percorreva la strada che portava in città un indovinello che aveva imparato dalle Muse.
Apollodoro nella sua versione del mito ne fa un racconto molto succinto:
… l'indovinello era: cos'è che, avendo una sola voce, diventa quadrupede e bipede e tripede? Ed essendoci per i Tebani un oracolo allora si sarebbero liberati della Sfinge, quando avessero risolto l'indovinello, radunandosi molte volte insieme cercavano che cosa fosse ciò che veniva detto, ma poiché non trovavano, afferrando uno lo divorava. Ed essendo morti molti, e alla fine Emone, il figlio di Creonte, Creonte promette con un bando di dare sia il regno sia la moglie di Laio a colui che avesse risolto l'indovinello.
La Sfinge seduta sul Monte Ficio, nei pressi di Tebe, poneva un indovinello ad ogni uomo che passava; chi non sapeva rispondere veniva strangolato dal mostro che poi lo mangiava. Erano state le Muse ad insegnare l'indovinello alla Sfinge che con voce suadente lo poneva a chiunque passasse:
Qual é quella cosa che ha una sola voce, e ha quattro piedi e due piedi e tre piedi?
Dall'alto la Sfinge, sovrastando chiunque percorresse la strada gli sbarrava il passaggio e gli poneva l'indovinello e quando non riceveva come risposta la soluzione il malcapitato veniva ucciso e mangiato dalla bestia. Dopo qualche tempo il re di Tebe per liberare la città da quell'incubo si rivolse ad un oracolo che diede il suo responso: la Sfinge avrebbe continuato a spargere terrore e morte alle porte di Tebe finché qualcuno non avesse risolto l'indovinello.
Ma se questa è la versione del mito di Laio e Crisippo che spiega uno dei più famosi miti greci e dell'intera civiltà occidentale quello di Edipo, è corretto riportare anche le altre versioni del mito di Crisippo che danno vita ad epiloghi molto differenti. Una prima diversa versione si trova in uno scolio dell'Iliade secondo cui sarebbe stato Ellanico di Mitilene a fornire una storia in cui Crisippo era il figlio di primo letto di Pelope il quale ebbe poi un'altra moglie, Ippodamia figlia di Enomao, e da questa altri figli.
Nelle molteplici spiegazioni del mito della Sfinge si deve anche riportare la versione di Lisimaco secondo cui Sphix era una figlia bastarda di Laio o la moglie che Cadmo abbandonò per unirsi ad Armonia; questi collegamenti attestano come il mito della Sfinge sia antico e passaggio necessario per lo sviluppo del ciclo dei Labdacidi e già noti nel VIII secolo a.C quando le loro vicende erano raccontate nella ormai frammentaria, Edipodia. Nel Frammento n. 5 da Συναγωγή τῶν Θηβαικῶν Παραδόξων o “Raccolta dei paradossi tebani” si legge:
Alcuni dicono che la Sfinge era moglie di Macareo e figlia di Ucalegonte, un abitante della regione, alla cui morte occupò il Ficio; poi fu uccisa da un certo Edipo che si era imbattuto in lei. Alcuni tramandano anche che la Sfinge era figlia di Laio, come Lisimaco
Sfinge. Kylix a figura nera laconica attribuito al pittore Naucratis, VI sec. a.C – Museo del Louvre, Parigi FR
Esiste ancora una versione della storia di Sfinge che è raccontata da Pausania; secondo questa Sfinge era un potente guerriero che aveva armato una propria flotta con cui correva sul mare razziando le navi ed aveva scelto il Monte Ficio o Ficeo, prospicente il lago Copaide, da cui dominava anche il Mare Antedone come suo rifugio. Da quella posizione dominante razziava per mare e per terra fino a quando a Tebe arrivò Edipo che con il suo forte e numeroso esercito riuscì a sopraffarlo ed ucciderlo.
Nella ricerca dei significati altri la Sfinge é la trasposizione mitica di un cambiamento nel modo di considerare i cambiamenti della vita vegetativa nel corso dell'anno e per comprendere come essa sia diventata l'essere mostruoso si deve risalire a colui che il mito nella versione riportata da Esiodo le assegna come padre, Ortro. Questo essere mostruoso nato nei tempi arcaici era un cane con due teste – per alcuni fratello di Cerbero che di teste ne aveva tre -, una che guardava verso l'anno passato e l'altra verso l'anno nuovo, era il guardiano dell'anno e da lui furono generate le creature che presidiavano le stagioni che ad Atene erano tre e poi divennero solo due. Quando ancora non c'era il problema di stabilire cadenze per celebrare eventi di natura sociale e/o religiosa, il calendario seguiva semplicemente le fasi dei due astri che dominavano il cielo, il sole e la luna.
Tuttavia la Sfinge è un animale mitologico che non nacque dalle interpretazioni arcaiche dei popoli greci, ma essi lo adottarono nella propria mitologia da altri popoli che abitavano le sponde del Mediterraneo, molto probabilmente dagli egizi le cui Sfingi sono state datate tra il III ed il II millennio a.C. , tanto che il nome stesso Sfinge deriva dall'egizio che riportato in alfabeto consonantico si scrive sps-nh che in quella lingua significa “immagine vivente”.
Foto d'epoca: la Sfinge della piana di Giza protetta da sacchi di sabbia trattenuti da un'impalcatura di mattoni durante la Seconda Guerra Mondiale. Photo Bob Landry
La statua della Sfinge è al centro di leggende antiche e tra queste la più famosa è quella conosciuta come il “Sogno del Faraone” che venne iscritta anche in una stele posta davanti le zampe della Sfinge e conosciuta come la “Stele del sogno”. La storia ha come protagonista il faraone Tuthmosis IV che dopo aver partecipata ad una caccia decise di riposarsi proprio nei pressi della Sfinge che nel 1400 a.C. Circa era coperta in gran parte dalla sabbia. Il faraone cadde nel sonno e sognò la grande bestia che gli parlava e gli chiedeva di liberarla dalla sabbia che la stava soffocando, in cambio lei gli avrebbe assicurato il potere sall'Alto e Basso Egitto. Dopo il sogno il faraone fece liberare la sfinge dalla sabbia e la fece anche restaurare e costruire un tempietto tra le sue zampe.
Questa leggenda non chiarisce se la Sfinge sia stata posta sulla piana di Giza al tempo della IV dinastia – quella di Cheope, Chefren e Micerino – un millennio prima ma testimonia solo che nel XV secolo a.C. si era era persa la conoscenza dei simbolismi e valori che incarnava che quindi andavano cercati in un tempo molto più antico. Di fronte a queste conclusioni alcuni studiosi suggeriscono che una risposta si può trovare mettendo in relazione la posizione della Sfinge nella piana di Giza e la direzione dello sguardo puntato verso
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