La leggenda del Minotauro

Dall'ingordigia di un figlio di Zeus, dalla rabbia di un fratello di Zeus e dalla lussuria di una regina nacque il Minotauro, creatura dalla testa di toro generata da Pasifae e dal toro bianco che Poseidone aveva mandato in dono a Minosse che così aveva potuto dimostrare ai cretesi di godere del favore degli dei e farsi riconoscere re dell'isola.
Poseidone si aspettava che Minosse gli avrebbe sacrificato il toro, invece Minosse, colpito dalla bellezza dell'animale decise di tenerlo nella sua mandria e sacrificò un altro toro suscitando l'ira del dio del mare.

Pasifae e la vacca di legno, affresco dal triclinio della Casa dei Vettii – Pompei IT

Pasifae e la vacca di legno, affresco dal triclinio della Casa dei Vettii – Pompei IT

Così il toro bianco da dono degli dei divenne lo strumento di una punizione perché Poseidone fece sì che Pasifae, moglie di Minosse, si innamorasse del toro bianco. La passione della regina non bastava però a superare le difficoltà dell'unione tra un toro ed una donna, ma alla corte di Creta si era rifugiato Dedalo, l'inventore esiliato da Atene, che era solito deliziare i suoi ospiti con meraviglie e stravaganze della tecnica come le bambole intagliate nel legno che si muovevano da sole. Pasifae lo mandò a chiamare e gli chiese di trovare il modo in cui lei avrebbe potuto soddisfare il suo desiderio. Dedalo costruì una vacca di legno che al suo interno poteva ospitare una donna, la regina; la ricoprì con una pelle di vacca e nascose delle ruote dentro gli zoccoli, mostrò poi a Pasifae come entrare, attraverso uno sportello nel ventre della creatura e soprattutto come sistemare le gambe nelle zampe posteriori. Ma l'aiuto che Dedalo offrì alla regina andò oltre; fu lui che spinse la sua vacca di legno in un prato vicino al luogo, una verde valle vicino a Gortina nella parte meridionale di Creta, dove pascolava il toro bianco con la mandria di Minosse. Poi Dedalo fece vedere alla regina l'apertura dalla quale introdursi nella vacca di legno, come posizionare le gambe e richiudere il portello. Il toro bianco si avvicinò alla nuova vacca e la montò; dopo nove mesi Pasifae diede alla luce un figlio che non poteva essere di Minosse.
Secondo Pausania, l'unione di Pasifae e del toro è un mito che riferisce al matrimonio rituale tra la sacerdotessa della Dea Luna, sulla cui testa c'erano le corna di vacca, ed il re Minosse che indossava la maschera di un toro. D''altra parte i tori bianchi erano animali sacri alla Luna. Anche il nome del luogo dove avviene l'unione “Gortina” conferma la trasposizione mitica, infatti sia Servio che Virgilio raccontano a che lì pascolava una mandria sacra al sole.
Dopo quell'unione tra Pasifae ed il toro bianco di Poseidone nacque la più terribile creatura venuta al mondo, metà uomo e metà toro: il busto e gli arti da uomo mentre la testa, la coda, gli zoccoli e la pelliccia di toro. Quando lo vide Minosse capì che non era suo figlio ma il frutto di una punizione di Poseidone che aveva incantato Pasifae facendola strumento della sua vendetta per la disubbidienza del re. Minosse capì che quell'essere doveva tenerlo con sé per non offendere ancora di più Poseidone e finchè fu possibile Pasifae lo tenne con sé e lo fece crescere ma, divenuto grande, poiché era feroce e si cibava solo di carne umana Minosse dovette far costruire un nascondiglio che lo celasse agli occhi di tutti ed allo stesso tempo rendesse impossibile la sua fuga.
Minosse diede l'incarico a Dedalo di costruire un edificio con queste caratterisriche e l'architetto ateniese progettò un edificio con lunghi corridoi, camere comunicanti, ed ancora una sala centrale dove l'essere doveva vivere e poi finte uscite e solo un ingresso, un labirinto che divenne la casa di Asterio o Asterione, questo il nome della creatura mezzo uomo e mezzo toro generata da Pasifae.
Ovidio, ma anche Apollodoro, racconta che Minosse nella sala al centro del labirinto costrinse per il resto della vita il Minotauro ed anche la madre Pasifae.

Minotauro. Kylix 515 a.C – Museo Nazionale Archeologico di Spagna E

Minotauro. Kylix 515 a.C – Museo Nazionale Archeologico di Spagna E

Il Minotauro è il teras degli dei – in latino diventerà monstrum -, un segno o un avvertimento divino che prende la forma di un essere soprannaturale, è l'avvertimento di Poseidone offeso da Minosse che non ha mantenuto il patto stretto con il dio, egli ha voluto per sé ogni cosa, il regno e poi il toro bianco che doveva invece immolare al dio del mare.
Il Minotauro non è il solo monstrum di cui gli dei hanno propiziato la nascita ma è il più orribile perché in lui sembra essersi persa ogni connotazione umana che avrebbe peraltro potuto esserci. Mostri sono anche i Centauri che non sanno rispettare le regole della comunanza, ma neanche loro sono così negletti come Asterione, il Minotauro. Egli è un mostro con la testa di toro ed il corpo di uomo, almeno così lo descrive il Pseudo-Apollodoro e dopo di lui Diodoro Siculo ed Igino, e nel suo aspetto esteriore già è definita la sua natura prevalente, quella animale. Gli antichi, infatti, credevano che la testa pur non essendo la sola sede dell'intelletto fosse essenziale per connotare la persona umana perché vi hanno sede due organi la cui funzione è connessa ai rapporti relazionali umani: gli occhi e la bocca. Gli occhi , o meglio lo sguardo,, che si carica di significati potenti di cui la massima espressione è lo sguardo pietrificante di Medusa, e, soprattutto la bocca da cui emana la voce anche se, come avverte Aristotele, questa non deve essere la semplice emissione di suoni, perché in questo senso anche alcuni animali hanno voce, bensì è il parlare che segna la differenze tra gli uomini e gli animali. Asterione ha voce di toro, un animale e quindi non è un uomo.

George Frederic Watts: Minotauro 1885 – Tate Modern Gallery, Londra GB

George Frederic Watts: Minotauro 1885 – Tate Modern Gallery, Londra GB

Ma Asterione rinchiuso nel labirinto che è stato costruito per lui dal “padre” Minosse è comunque una vittima che paga per le colpe del padre che ha offeso gli dei ed è vittima rassegnata per le regole etiche della Grecia antica secondo le quali le colpe dei padri ricadevano sui figli. Rinchiuso nel labirinto dalla nascita, Asterione ne era il padrone, quella era la sua casa e doveva conoscerla benissimo, doveva sapere che c'era una possibilità di uscita ma non se ne servì mai perché lui era la bestia ed il labirinto la sua tana, il solo posto dove si sentiva al sicuro.
Nessuno doveva sapere quale fosse il tracciato che venne chiamato labirinto anche se si diceva che esistesse un mosaico che lo riproduceva e nel quale era riconoscibile lo schema di una danza rituale tanto che Omero nel canto XVIII dell'Iliade così lo descrisse:
Dedalo a Cnosso un giorno incise
sala di danza per la bionda Arianna.

Omero con questi versi descriveva quanto era rappresentato nello scudo di Achille, una coreoigrafia composta dai danzatori che con i loro passi tracciano cerchi, spirali ed inversioni di marcia sino a disegnare la figura di un labirinto; per Achille quella è la rappresentazione della sua vita dove le alterne vicende lo condurranno alla morte, ma quel tracciato non è solo rappresentazione della temporalità di Achille ma dell'universo intero.
La danza rituale che appare rievocativa della vicenda del labirinto di Cnosso era una geranos (γερανός), una danza lineare in cui erano coinvolti ragazzi e ragazze che a passo sostenuto procedevano zigzagando con l'intento di rappresentare il tracciato stesso della prigione del Minotauro. La rievocazione omerica, comunque, è un riconoscimento dell'origine cretese della danza che nata come rappresentazione guerriera venne estesa a forma espressiva anche dei rituali religiosi nelle successive culture micenea e cicladica. Studi hanno confermato che la danza rituale è antecedente alla costruzione del mito di Teseo e che quello che la tradizione rimanda come casa del Minotauro altro non era che il luogo di un culto dove il tracciato unicursuale a spirale era funzionale alla celebrazione del rito attraverso la danza e che la tana del Minotauro era il luogo dove la celebrazione raggiungeva il suo punto cruciale. Il mito del Minotauro venne elaborato molto tempo dopo e cambio completamente il significato dei riti che si celebrano nel Palazzo di Cnosso per celebrare il passaggio del tempo, sia nella ciclicità delle stagioni che nel passaggio vita-morte.

Prima parte: rev.0 by M.L. ©ALL RIGHTS RESERVED (Ed 1.0 - 22/03/2023)